Prucessu a lu prucissatu

Bisognerebbe, secondo me, avere chiaro, prima di tutto, un concetto fondamentale, quello di comunità e di famiglia. Io, a molti chiederei: ma vale proprio la pena fare simili gesti? Gesti, per alcuni, vuoti di sentimenti, di significati, o iniziative di cui la nostra comunità ne ha gran priorità? Io credo sia opportuno trovare la forza di spogliarsi definitivamente di quel po’ di razzismo che inconsciamente ci hanno tramandato le vecchie generazioni, e avvicinarci di più ai bisogni dell’uomo: culturali, morali ed economici. Questo continuo nostro cammino verso destini incerti; questa continua perdita d’ideali, questo facile lasciarsi prendere da stupide mode, questo continuo scopiazzare gli altri, e così via; in tutto questo non ci siamo resi conto che abbiamo perso la cosa migliore: il gusto di vivere la vita, il “dialogo”, quello vero, quello che si usava fare un tempo con i nostri figli accanto ad un braciere, in quel bisogno di stare vicini e scaldarsi; ora abbiamo i riscaldamenti dove il caldo arriva ovunque… e quel dolce calore umano?

Se veramente vogliamo, senza che ancora si continui a far polemica, che non si parli più di devianza minorile, allora dobbiamo per una volta e per sempre essere tutti vicini ai piccoli, ai giovani, impegnandoci in prima persona, strappando la tessera di socio al circolo delle deleghe, di aiutare a far capire a chi ci governa che: per come le chiese servono per andarci a pregare, vi sono anche strutture che servono per far cultura, sport, e tante altre cose che aiutano a crescere, non certo solo in lunghezza, i piccoli, i giovani, futuro del nostro domani.
“Ricordiamocelo”: I bambini non sono del padre e della madre, ma di chi invece li vuole veramente bene.